Andrea Piccolo
/ Categories: Politica

Moto a luogo

La politica e le ragioni di una scelta

Decisamente le grandi crisi e i momenti di difficoltà estrema nascondono altrettanto grandi opportunità che, se colte e valorizzate, generano modi nuovi e sorprendenti per superare quegli ostacoli che la crisi pone.

 

In tema di politica, nessuno discute il fatto che si stia attraversando una fase di profonda crisi e confusione massima. Non solo in Italia, a dire il vero, ma indubbiamente qui con gravità tutta particolare.

 

In questo smarrimento generalizzato, menti illuminate dalla volontà di progresso hanno saputo imprimere nuovo impulso alle dinamiche che gravitano intorno alla "cosa pubblica", lasciando presagire una nuova rinascita e una più sentita partecipazione popolare.

 

Come aspettarsi di meno ora che, rimosso il velo agli sguardi miopi, siamo tutti consapevoli di come l’arena politica non sia solo -non più- la fossa delle belve dove scendere per lottare? La politica è anche luogo sacrale, idealmente elevato, dove salire, quasi nebbia agli irti colli, e tra i sette colli di Roma se n’è ammucchiata parecchia di nebbia ultimamente.

Tra chi scende in politica e chi vi sale (forse la cosa pubblica è fatta a scale?) ho voluto seguire il monito della coscienza che mi invita a dare il mio personale contributo.

 

Ma come ufficializzare l’importante decisione di tale impegno? Contribuire significa portare nell’opera cui ci si accinge non solo azione e impegno, ma anche la propria peculiare individualità, che caratterizza in modo originale l’operato. Così, sgombrata la mente dai preconcetti, forte dell’esempio di uomini illustri, ho deciso: Esco in politica!

 

Basta con questo scendere e salire. Abbiamo bisogno di una ventata di novità, perciò uscire è la parola d’ordine: è più facile che il vento soffi in piazza piuttosto che nei corridoi di palazzo, a meno di lasciare aperte le finestre per fare corrente, ma le correnti a palazzo ultimamente hanno creato non pochi problemi. E poi, non è forse vero che l’espressione "esco in politica" evoca l’agorà, la piazza, lo spazio aperto nel cuore della Polis dove nasce la scuola filosofica e prende forma la prima riflessione sulla politica? 

A questo punto si capisce che per non lasciar degenerare l’entusiasmo in euforia inconcludente, è vitale sottolineare la riflessione e l’interiorizzazione dei principi che devono accompagnare l’azione perciò, senza indugio, ho deciso: Entro in politica!

 

Entrare in un luogo chiuso indica raccoglimento, meditazione. Mi pare appropriato. Tuttavia questo percorso di riflessione subisce i contraccolpi di una accesa dialettica tra contrapposte fazioni, mi pare quindi da evidenziare l’importanza, in tutta la dinamica e l’evoluzione del dibattito politico, di mantenere un filo conduttore che richiami alle proprie radici, invitando continuamente a riscoprirle, e così, risolutamente, ho deciso: Sprofondo in politica!

 

Per considerare invece prevalente la riscoperta delle proprie origini, dell’incipit iniziale da cui ha preso l’avvio tutto, reattivamente ho deciso: Retrocedo in politica!

 

Preferisco evitare l’espressione "avanzo in politica" che, pur evidenziando l’importanza di guardare al futuro, in quanto avanzo sa un po’ di minestra riscaldata, mentre per valorizzare l’arte del negoziato, tortuosamente ho deciso: Convergo in politica!

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